La città delle lingue
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Promuovere le lingue madri nella scuola e nei servizi per l’infanzia della città
In occasione della Giornata internazionale della Lingua Madre, Bologna diventa La città delle lingue, un’iniziativa del Centro Documentazione e Intercultura RiESco.
Le iniziative si svolgono dal 13 febbraio all’11 marzo 2025.
Durante il mese di febbraio la comunità educativa di Bologna celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre: la città è attraversata da suoni, parole ed evocazioni di lingue che abitano il nostro territorio.
Attraverso corsi e seminari per insegnanti, iniziative per famiglie nei Centri Bambini e Famiglie della città, laboratori nelle scuole, attività nelle biblioteche comunali, le lingue escono dalle case e entrano nei luoghi della cura educativa.
Si fanno ascoltare e conoscere. Si lasciano toccare, raccontare e giocare.
Programma
Iniziative per famiglie nei CBF | Centri Bambini e Famiglie
La biblioteca del Centro RiESco propone letture, storie e giochi con le lingue, per avvicinare i più piccoli alla meraviglia dei mondi sonori, delle lingue, umane ma anche animali e per costruire insieme una raccolta grafica e sonora plurilingue.
Vedi il calendario degli appuntamenti
Laboratori nelle classi
Nelle scuole di Bologna, primarie e secondarie, le docenti di L2 propongono attività volte all’emersione delle competenze linguistiche delle allieve e delle allievi bilingui, anche dei neo-arrivati.
Alfabeti dal mondo
Un breve ciclo di due webinar per affrontare con più informazioni il tema della valorizzazione delle lingue madri nelle sezioni e nelle classi.
Plurilinguismo tra scuola e territori
Seminario sul plurilinguismo come pratica che trasforma la scuola.
Il Centro RIESco, insieme alla Biblioteca Cabral, a Salaborsa e al Centro Zonarelli, propone un incontro per riflettere sul significato delle azioni di valorizzazione dei repertori linguistici delle famiglie che abitano la scuola e la città, per riuscire a raccontarle e per farne una pratica che attraversa la didattica tutto l’anno. Non si tratta solo di celebrare la pluralità linguistica, ma di scorgerne le risorse per rendere la didattica davvero inclusiva.