Alberto Manzi: 1924-2024 . Storia di un maestro

29 maggio 2024 | Una mostra e un convegno dedicati ad Alberto Manzi nella Scuola dell’infanzia Carducci fino al 4 giugno

Alberto Manzi è stato prima di tutto un maestro elementare e per oltre trent’anni ha fatto questo lavoro. Una mostra, alle scuole dell’infanzia Carducci, fino al 4 giugno, racconta la sua opera attraverso venti pannelli e materiali audiovisivi curati dal Centro Alberto Manzi, nato per volontà dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, per promuovere e divulgare quei valori che permettono a un territorio di crescere in maniera solidale, riducendo le diseguaglianze, partendo dal lavoro e l'opera del Maestro.
La mostra, allestita nel salone della Scuola, propone un percorso avvincente e curioso: mette in relazione i valori, pensieri e strumenti di Manzi con quelli della grande pedagogista Montessori. Il materiale Montessoriano della scuola dialoga con le tele della mostra, per amplificare e rilanciare il valore di una scuola volta a educare a pensare, insegnare a saper guardare oltre, osservare, saper ascoltare e saper riflettere.

Visita gratuita fino al 4 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30 alle 18, scuola dell’infanzia Giosue Carducci, via Dante 5.

Martedì 4 giugno alle 17.30 è in programma un incontro aperto dal titolo Alberto Manzi: 1924-2024 | Storia di un maestro: un dialogo sul suo lavoro di maestro e sulle connessioni con l'opera di Maria Montessori. Dopo i saluti dell’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Laura Rossi, insegnante della Scuola dell’infanzia Carducci dialogherà con Roberto Farnè, docente a contratto, già ordinario in Didattica generale all’Università di Bologna.

Alberto Manzi. Dall'esperienza con i suoi studenti e studentesse, ha curato sussidiari, libri di letture, diari scolastici. Ha avuto anche un’intensa attività di scrittore, con oltre 30 titoli tra racconti, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica tradotti in tante lingue che gli sono valsi riconoscimenti e premi internazionali. Il suo romanzo per ragazzi più famoso, Orzowei, uscito a metà degli anni Cinquanta, divenne un grande successo vent’anni dopo, quando la Rai ne fece un seguitissimo sceneggiato televisivo.
L’impegno di Manzi fu noto fino in Sudamerica dove, ogni estate, si recava per tenere corsi di scolarizzazione alle popolazioni indigene e per svolgere attività sociali.
Non è mai troppo tardi è stata la più nota di una lunga serie, tra il 1951 e il 1996, di trasmissioni e collaborazioni con la televisione e la radio che gli hanno dato fama mondiale. Durante la trasmissione Manzi insegnava a leggere e scrivere alle tante persone adulte analfabete presenti nel nostro Paese: parlava e disegnava, sorrideva, guardando negli occhi chi era a casa davanti alla TV, rivolgeva domande curiose, a un vasto pubblico fatto anche di bambini e bambine che andavano a scuola, ma che al pomeriggio rimanevano incantati e curiosi davanti allo schermo.
Negli anni Novanta fu tra i primi a occuparsi dei nuovi cittadini che arrivavano in Italia da tutto il mondo: Insieme era il titolo di sessanta puntate televisive rivolte a persone migranti.

Per informazioni scrivere ainfanziacarducci@edu.comune.bologna.it