FEDERICA IACOBELLI | I GABBIANI. LETTERATURA TEATRALE PER GIOVANI LETTORI
La classe 2C della scuola Monterumici - I.C. 18 incontra Federica Iacobelli curatrice della collana I Gabbiani - Letteratura teatrale per giovani lettori per la presentazione del volume Fiabe Giapponesi di Chiara Guidi
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A cura di Hamelin, Area Educazione, Istruzione e Nuove Generazioni, Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna.
In collaborazione con Edizioni Primavera.
La collana: Pensata e sognata per molti anni, cercata intanto per altre vie, sbirciata e studiata in qualche sua esistenza affine dentro e fuori dai confini italiani, desiderata ma anche messa in discussione, interrogata, capovolta, allontanata e riavvicinata per guardarla da ogni lato e da diverse distanze, una nuova collana è venuta al mondo, e si chiama I gabbiani: letteratura teatrale per giovani lettori.
Storie provenienti da tutto il mondo, da tutte le lingue, nella forma di una drammaturgia, ovvero fatte di personaggi, monologhi, dialoghi, presenze, assenze, tempi, spazi, ritmi e silenzi. Copioni di spettacoli già andati in scena, racconti scritti per il teatro da narratori o sceneggiatori o poeti, pièce che non sono ancora state rappresentate, opere di drammaturghi che sono state pubblicate in altri paesi; appartengono al nostro tempo, o a qualche tempo fa; sempre, testi teatrali emozionanti e interessanti anche solo da leggere.
I gabbiani sono libri, non teatro, anche se dal teatro arrivano o verso il teatro vanno.
La curatrice: Federica Iacobelli è la curatrice della collana I gabbiani. Scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, qualche volta giornalista, ha scritto libri per lettori piccoli e grandi, romanzi e racconti illustrati come: Uno studio tutto per sé (Motta Junior 2007, Premio Pippi Scrittrici per Ragazzi 2008); La città è una nave (Topipittori, 2011); Storia di Carla (Pendragon, 2015); Nel paese di Mister Coltello (Les Mots Libres, 2017). Ha scritto documentari e film d’animazione, programmi tv e testi teatrali tra cui: Novelle fatte al piano (dalle Novelle fatte a macchina di Gianni Rodari); Asteroide Lindgren (dedicato all’autrice di Pippi Calzelunghe); Il ètait de mai (in Théâtre en court 4, Les éditions Théâtrales 2009); alcuni episodi di L’arte con Matì e Dadà (Acthoons / Rai); Nelle mani di Anna (con Marinella Manicardi, menzione speciale Premio internazionale di drammaturgia La Ecritura De La/s Diferencia/s 2017).
Il libro: Un Amico scrive una lettera a un’Amica. Cerca le parole per raccontarle qualcosa che ha visto, ascoltato e agito. Vuole rendere concreto e visibile quello che per lei ancora non esiste, così le chiede e ci chiede non solo di leggere ma di ‘guardare’ l’esperienza sorprendente capitata dentro una casa che poi si è rivelata essere un teatro. Un teatro, però anche una fabbrica: il luogo di lavoro in cui la Donna, che l’indomani andrà a vendere al mercato i suoi tanti fagioli, ha chiesto a lui e ad altri otto bambini di aiutarla a fare ordine. Ha preparato un contratto, per questo. E finito l’impegno avrà pronta una ricompensa.
L’Amico ricorda e rivede azioni e battute, domande e risposte, e poi una scatola rossa con scritto “non aprire”, la voce indimenticabile di un’ombra, libri di diversi colori e dentro tre fiabe con protagonisti dai nomi esotici e personaggi come pesci enormi, draghi, donne gru, ragazzi con la goccia al naso, tartarughe. Apro o non apro? Voglio o non voglio? È vero o è falso? È il nulla o è il vuoto? Sul confine tra buio e luce, tra la semplicità delle cose e il mistero che pervade il mondo, il quotidiano e l’eccezionale si mescolano senza confondersi.
Chiara Guidi ha ripensato il copione del suo Fiabe giapponesi, ideato con Vito Matera e realizzato con la sua compagnia Societas, perché un testo nato nel teatro infantile diventasse anche libro: teatro da leggere. Ha cercato e trovato il modo per farci immaginare il ritmo, le azioni, i suoni, i colori, le visioni di uno spettacolo che prova a indagare la forma del vuoto e a restituire alle parole il loro significato serbando la sua natura di meraviglioso e serissimo gioco. Un luogo reale e immaginato che davvero si presenta a noi come una casa: il posto dove dimorano l’abilità, l’intuito e la sapienza del bambino che siamo o siamo stati.
L’autrice: Chiara Guidi è fondatrice con Claudia e Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio, compagnia teatrale al cui interno sviluppa una personale ricerca sulla voce e una specifica concezione di teatro legato all’infanzia, che le sono valse nel 2013 un Premio Ubu Speciale. La voce è per Chiara Guidi – attrice, regista e drammaturga – un veicolo che porta la parola a vivere al di là del significato; è la messa in atto di una visione che emerge dal suono e riconduce l’arte scenica alla propria origine. Da qui il rivolgersi ai bambini per rintracciare l’infanzia del teatro, costruendo intorno a essi, senza mediazioni, le condizioni fondamentali per lo sviluppo di un immaginario profondo. La Socìetas Raffaello Sanzio, in un percorso ormai più che trentennale, ha realizzato spettacoli presentati nei principali festival e teatri internazionali di tutti i continenti.
Incontro non aperto al pubblico e riservato esclusivamente alle classi coinvolte